Lo scorso 19 ottobre, Ozzy Osbourne è stato introdotto nella Rock And Roll Hall Of Fame. Ozzy è stato accompagnato da una serie di grandi musicisti, che hanno suonato la sua musica per festeggiare.
Durante un discorso, il cantante ha ringraziato i suoi fan, la sua famiglia e il compianto e grande chitarrista Randy Rhoads, a cui attribuisce il merito di aver dato il via alla sua carriera da solista.
Seduto su una poltrona contornata da pipistrelli, in tipico stile da “Principe delle Tenebre” (come si fa chiamare da anni), Ozzy ha detto:
“Beh, eccoci qui. Sapete cosa? Non riesco a credere di essere qui anch’io. Lasciatemi dire grazie, perché non vi annoierò con un lungo e prolisso monologo. Vorrei ringraziare chiunque mi abbia votato per la Rock And Roll Hall Of Fame per il mio lavoro da solista. Un grande grazie. Grazie dal profondo del mio cuore. Grazie. Grazie. Grazie.
I miei fan mi sono stati così leali nel corso degli anni, non posso ringraziarli abbastanza. Negli anni sono stato fortunato a suonare con alcuni dei più grandi chitarristi, batteristi, bassisti del mondo, e alcuni di loro sono qui stasera.
Ma devo dire una cosa per un tizio di nome Randy Rhoads. Se non avessi incontrato Randy Rhoads, non credo che sarei seduto qui adesso. E ancora di più, mia moglie Sharon. Mi ha salvato la vita. E i miei nipotini e i miei bambini. Li amo tutti. Quindi, con tutto questo, andrò avanti con lo spettacolo e lo riconsegnerò a Jack (Black).”
Ma chi era Randy Rhoads?
Siamo a Los Angeles nel 1979 e Ozzy si trova in una situazione molto critica. È ormai fuori dalla sua storica band, i BLACK SABBATH, in preda all’alcol e agli stupefacenti.
Vorrebbe avviare un progetto solista ed è in cerca di musicisti per formare una sua band e, a tal scopo, comincia una serie di audizioni.
Così pensa di contattare il chitarrista Randy Rhoads, anche lui in città in quel momento.
La band di Randy, i QUIET RIOT, sta attraversando una profonda crisi: il bassista Kelly Garni è ai ferri corti con il cantante Kevin DuBorw e minaccia addirittura di ucciderlo.
Randy è consapevole che la situazione stia diventando insostenibile e così, mentre è ormai ovvio che il gruppo sia prossimo all’inevitabile rottura definitiva, che poi in realtà non avverrà, un amico gli dice che Ozzy Osbourne sta cercando un chitarrista e che ha fatto il suo nome.
Pur con titubanza, Randy accetta di fare l’audizione per Ozzy.
Randy non soltanto passerà brillantemente la prova ma si rivelerà ad Ozzy come un vero e proprio genio del suo strumento, registrando in seguito quasi ogni canzone in una tonalità diversa dal MI o dal LA, come si usava sempre fare.
Con questo professionista al suo fianco, Ozzy, un ragazzo di poco più di 22 anni, figlio di musicisti e con anni di studio alle spalle, ritrova la fiducia in sé stesso.
Sono ancora i primi anni ’80 e Randy, che verrà per sempre ricordato anche per la sua chitarra a pois bianchi su sfondo nero, viene definito il “Miglior nuovo talento” dalla rivista Guitar Player e “Miglior chitarrista Heavy Metal” dalla rivista inglese Sounds.
Ma per Randy, mentre i rapporti con il resto della band sono ottimi, con Ozzy presto cominciano a diventare difficili.
Ozzy ha purtroppo ancora problemi con le dipendenze e comincia così a cancellare diverse date.
Di conseguenza, Randy sceglie di continuare comunque ad essere il chitarrista di Ozzy e al contempo ad esibirsi ancora con i QUIET RIOT. Deciderà di mollare Ozzy, soltanto una volta esauriti tutti gli obblighi dei loro contratti.
L’ultimo concerto di Randy con Ozzy avviene il 18 marzo 1982 al Knooxville Civic Auditorium, Tennesee.
Dopo la performance Randy si mette subito in viaggio con parte del seguito di Ozzy, compresa la sua manager di allora e poi futura moglie Sharon.
Randy muore tragicamente il giorno successivo, il 19 marzo, in un incidente aereo avvenuto durante una sosta al Fying Baron Estates in Leesburg, Florida.
Il bus su cui viaggiavano si era fermato a seguito di un guasto dell’aria condizionata. Nella proprietà, dove stavano sostando, vi era una pista di atterraggio con elicotteri e piccoli aerei.
Randy decide di fare un giro su uno degli aerei, pur avendo veramente paura di volare. Durante il volo vengono fatte manovre acrobatiche e alla fine l’aereo si scontra contro il bus in sosta perdendo un’ala. Ormai il veicolo fuori controllo impatta con una casa nelle vicinanze, finendo per prendere fuoco.
Tutti gli occupanti dell’aereo, Randy, la sua truccatrice Rachel Youngblood e l’autista del bus Andrew Aycock, che si era messo alla guida, muoiono sul colpo.
Evidentemente la perdita così improvvisa e tragica di Randy è per Ozzy una ferita che non si è mai rimarginata. Seppure i loro rapporti fossero molto tesi al momento della sua comparsa, Randy sarebbe stato il primo ad esortarlo a disintossicarsi e a ritrovare veramente sé stesso e lo stava ancora facendo nella loro ultima chiamata telefonica.
Nonostante una vita intensa, fatta di abusi e di una malattia che lo tormenta (come è noto, è affetto da anni dal morbo di Parkinson), Ozzy oggi è ancora tra noi raccogliendo successi, riconoscimenti e grandi manifestazioni di affetto sia dai suoi colleghi che dai milioni di fan, e la cerimonia della Hall Of Fame di qualche giorno fa ne è una prova ulteriore.
A seguito del discorso, una band d’eccezione formata da Chad Smith (RHCP), Robert Trujillo (METALLICA), il produttore Andrew Watt, il tastierista Adam Wakeman, Maynard James Keenan (TOOL) e Wolfgang Van Halen, si è riunita sul palco per suonare “Crazy Train”.
Poco dopo anche Zakk Wylde e Jerry Rolls si sono uniti al gruppo per “Mama I’m Coming Home”.
Infine Billy Idol, con il chitarrista Steve Stevens, ha cantato “No More Tears”.
Girava voce, prima della cerimonia, che anche Ozzy si sarebbe esibito, ma date le precarie condizioni di salute del cantante, questi ha poi deciso di rinunciare.
Alcuni momenti della cerimonia ed il bel gruppo di artisti intervenuti, con Ozzy in testa seduto su un trono, sono stati immortalati negli scatti del mitico fotografo Ross Halfin.